Marco Baliani
Kohlhaas
di Remo Rostagno e Marco Baliani
tratto da "Michael Kohlhaas" di Heinrich von Kleist.
"Tanti anni fa in terra di Germania viveva un uomo a nome Michele Kohlhaas. Era allevatore di cavalli e come lui lo erano stati il padre e il nonno…". Comincia così l'affascinante racconto di Marco Baliani, nativo di Verbania, professione "raccontatore di storie".
Attore, regista e drammaturgo tra i più originali nel panorama teatrale italiano.
Baliani, solo sulla scena, seduto in una sedia, vestito di nero, per circa 90 minuti, incanta un pubblico di ogni età, narrando la storia realmente accaduta, nella Germania del 1500, di un mercante
di cavalli, vittima della corruzione dominante della giustizia statale. La spirale di violenza generata dal sopruso subito dal protagonista offre lo spunto per una riflessione sulla questione della
giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione dell'individuo all'ingiustizia può comportare. Baliani, attraverso la sua mimica, la sua gestualità, riesce a coinvolgere anche lo spettatore più
distratto, facendogli immaginare i cavalli del protagonista, le sue paure, la sua sete, la sua vana attesa di giustizia e la decisione finale...
Perfetto come "raccontatore di storie", supportato dalla sua mimica ed espressività, frutto di uno studio attento, Marco Baliani da un saggio di teatro di narrazione, trasformando lo spettatore in ascoltatore.
E’ stata una sfida bella e difficile trasferire in narrazione e parola orale un universo così lontano e complesso come quello della parola scritta di Kleist.
Con Remo Rostagno, ci siamo messi alla ricerca di una nuova forma ove far precipitare l’anima della vicenda, che fin dall’inizio ci aveva affascinato.
Le domande senza risposta, che solleva la storia di Kohlhas (cos’è la giustizia, quella umana e quella divina, e come può l’individuo ricomporre l’ingiustizia) fanno parte profondamente dei percorsi della mia generazione, quella segnata dal numero di riconoscimento ‘68.
Renato Palazzi – uno dei primi critici a segnalare il lavoro di Baliani e a seguirne sistematicamente gli sviluppi – scrive che lo spettacolo dimostra “con un’evidenza impressionante come l’apparato formale del teatro possa risultare inutile e fuorviante di fronte all’urgenza abbagliante di una storia da raccontare”, e come si possa tenere inchiodato il pubblico “evocando semplicemente degli avvenimenti”, se a sostenere il racconto sono “un’acuta percezione dei percorsi interni del materiale narrativo e […] una straordinaria intelligenza teatrale nel comunicarli allo spettatore”.
Kohlhaas, scritto insieme a Remo Rostagno, rappresenta per Baliani il primo incontro con un racconto letterario preesistente. Lo spettacolo sancisce inoltre una tappa fondamentale – forse la tappa fondante – della sua ricerca sulle tecniche di affabulazione. È in qualche modo l’inizio di un percorso, la formazione di una identità di attore “narrante”. Il lavoro che Baliani conduce attraverso le molteplici potenzialità della narrazione a teatro va a tracciare negli anni percorsi articolati in un territorio assai ampio; in questo contesto, Kohlhaas si staglia come exemplum di racconto “puro”, al pari delle fiabe narrate in Storie e poi in Frollo. E “racconto puro” significa storia che passa attraverso il raccontatore come una corrente, con un’urgenza forte di essere detta, con regole precise di tempi e di efficacia da rispettare.
Silvia Bottiroli da "Marco Baliani una monografia" ed.Zona
"Spettacolo-manifesto di un ritrovato teatro di narrazione", punto di riferimento imprescindibile per chi scelga di praticare il racconto orale come dimensione fondante dell’essere attore. Kohlhaas è infatti racconto e nello stesso tempo “teatro” nel senso più profondo del termine e anche, paradossalmente, nel senso più letterale: la creazione dell’attore Baliani fa infatti vedere, suscita nello spettatore continue visioni, che vengono poi nutrite e definite dall’immaginario e dalla memoria di ciascuno. Ogni spettatore tende così alla costruzione di un proprio racconto, di un flusso ininterrotto di figure e di accadimenti che il narratore continuamente accende e doma, e a cui le parole danno corpo e ritmo.
Silvia Bottiroli da "Marco Baliani una monografia" ed. Zona
Aperte le prenotazioni
3493257087 - info@ardenspazio33.it
Ulteriori informazioni sullo spettacolo su www.marcobaliani.it